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Come Diventare Psicologo e Psicoterapeuta

L’articolo si pone l’obiettivo di chiarificare i diversi percorsi formativi per diventare psicologi e psicoterapeuti, enfatizzando le differenti identità professionali, nonché l’area di confine tra l’attività psicologica e psicoterapeutica.

Come Diventare Psicologo

L’esercizio della professione di psicologo prevede un iter ben definito: è necessario conseguire una laurea di primo livello in Scienze e Tecniche Psicologiche (L-24) della durata di tre anni, che prevede il raggiungimento di 180 crediti formativi e una laurea di secondo livello in Psicologia (LM-51) della durata di due anni, che si conclude con l’ottenimento di 120 crediti formativi.

A partire dal 2023, a seguito dell’inserimento della Psicologia tra le Professioni Sanitarie (Legge 3/2018), si osservano alcuni importanti cambiamenti nell’iter per diventare psicologo: la laurea in Psicologia diviene abilitante.

Pertanto, sulla base della Legge 163/2021, il tirocinio post-lauream, denominato tirocinio pratico-valutativo, diviene interno al corso di studio, assorbendo 30 crediti formativi (10 CFU nel corso della laurea triennale e 20 nel corso della laurea magistrale), da svolgere in strutture esterne e convenzionate con le Università.

L’Esame di Stato diventa una prova pratica volta a valutare le conoscenze e le competenze acquisite nel corso del tirocinio intercurriculare, da svolgere in concomitanza all’esame per il conseguimento del titolo di laurea magistrale.

Come Diventare Psicoterapeuta

L’ articolo 3 della Legge 56/89 descrive il percorso formativo per diventare psicoterapeuta: l’esercizio dell’attività psicoterapeutica è legato ad una specifica formazione, da acquisirsi attraverso corsi di durata almeno quadriennale, con un mirato training in psicoterapia, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti riconosciuti dallo Stato.

La suddetta formazione è subordinata al conseguimento del titolo di laurea in Psicologia (LM-51) o di Medicina e Chirurgia (LM-41) e all’ iscrizione ai relativi Albi di appartenenza. L’esercizio della professione di psicoterapeuta non prevede l’esistenza di un Albo degli Psicoterapeuti, bensì l’appartenenza all’ elenco degli psicologi o medici psicoterapeuti: va precisato che agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica (ad esempio, la somministrazione di farmaci).

L’articolo 1 della Legge 56/89 definisce l’ambito di competenza dello psicologo: “la professione dello psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione, riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità”.

In questa prospettiva, l’attività dello psicologo non viene riconosciuta come “curativa”, in quanto l’ambito del trattamento della psicopatologia è di competenza dello psicoterapeuta.

Scuole di Psicoterapia

Le scuole di psicoterapia riconosciute abbracciano i modelli di riferimento più disparati e prevedono modalità diverse di trattare i disturbi mentali: da indirizzi psicoterapeutici che individuano le cause del disagio nei conflitti intrapsichici originati dalle figure di attaccamento, a orientamenti che analizzano il disturbo psichico nel contesto sistemico- relazionale dell’ individuo, a modelli focalizzati sui comportamenti disfunzionali e sulle cognizioni e sugli schemi mentali disadattativi ad essi sottesi.

In particolare, questi ultimi afferiscono al nucleo teorico della Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), la cui efficacia è stata scientificamente dimostrata attraverso trial clinici e meta-analisi.

Pertanto, proprio per il suo carattere evidence-based, la terapia Cognitivo-Comportamentale è in genere considerata la psicoterapia la cui efficacia è stata maggiormente dimostrata dall’ evidenza empirica, risultando il trattamento elettivo per una varietà di disturbi mentali, quali il disturbo depressivo maggiore, i disturbi alimentari, il disturbo ossessivo-compulsivo e il disturbo da stress post- traumatico. Questo riconoscimento è di grande importanza, in quanto la psicologia e la psicoterapia vengono annoverate tra le professioni sanitarie; quindi sia agli psicologi che agli psicoterapeuti è richiesto l’imperativo deontologico di selezionare il trattamento più efficace per la gestione dello specifico disturbo mentale (vedi anche la legge Gelli-Bianco del 2017).
Inoltre, data la breve durata della psicoterapia Cognitivo-Comportamentale, la CBT è sicuramente la terapia che meglio soddisfa le esigenze del Sistema Sanitario Nazionale nel rapporto costi-benefici. Questi indicatori connotano la psicoterapia Cognitivo-Comportamentale come un trattamento elettivo nel settore della sanità pubblica e nell’ individuazione di protocolli mirati per il trattamento della psicopatologia.

In questa prospettiva, l’Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva (AIAMC) promuove le scuole che formano ad una psicoterapia rigorosamente basata su principi scientifici ed evidence- based, gli unici realmente e profondamente etici in psicoterapia

Scopri tutte le nostre scuole a questo link

Autori Articolo

Aristide Saggino
Presidente della Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva (AIAMC); Professore Ordinario di Psicologia Generale, Psicobiologia e Psicometria – Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento, Università di Chieti- Pescara.

Psicologa Chiara Di Marcantonio
Borsista di Ricerca – Dipartimento di Medicina e Scienze dell’Invecchiamento, Università di Chieti-Pescara.

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