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Quelle strane Fobie: L’ornitofobia

Alessandra non riusciva a smettere di ansimare, una vampata di calore le pervadeva il corpo sudato e rigido come uno stoccafisso, gli occhi sbarrati e attenti mentre il fisico si preparava alla fuga…
Era in farmacia per acquistare come tutti i mesi la pillola anticoncezionale e all’improvviso si era sentita correre un brivido in tutto il corpo, udendo la signora vicina alla vetrina fare ad alta voce un commento sul povero piccione ferito, accovacciato proprio all’entrata del negozio. Il “mostro” si trovava proprio alle sue spalle e lei si sentiva in trappola, incastrata e completamente in panico.
I pensieri correvano veloci nella sua mente, il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, tutto intorno a lei aveva perso di significato, gli sembrava impossibile trovare in quel momento una soluzione per uscire indenne da quella situazione. Ad un tratto con la coda dell’occhio percepì un movimento alle sue spalle e senza che potesse controllarsi o pensare a qualsiasi cosa, si ritrovò a stritolare il braccio del cliente in fila subito prima di lei, con una conseguente sensazione di vergogna che durò poi per tutto il giorno. Si tranquillizzò soltanto quando il commesso decise di aiutare il povero animale ad uscire dal negozio con l’aiuto di una scopa, riponendolo appena a ridosso del marciapiede lontano dall’entrata.

Che cos’è l’ornitofobia?

La reazione eccessiva caratterizzata da una paura persistente e ingiustificata rispetto alla presenza di volatili è identificabile con una vera e propria fobia.
Il termine “ornitofobia” deriva dal greco “ornithos” (uccello) e ”phobos” (paura) e definisce la presenza di una irragionevole ansietà legata al fatto di trovarsi in presenza di uccelli o persino di essere attaccati dagli stessi. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità le fobie interessano il 10% della popolazione europea.

Le fobie che coinvolgono gli animali (insetti, serpenti, topi, rettili) si chiamano zoofobie.
La fobia dei pennuti è una forma molto diffusa di fobia, è più frequente nella popolazione femminile e nasce generalmente nella prima infanzia. E’ importante ricordare che la fobia è diversa dalla semplice paura, perché si presenta all’individuo come un terrore estremo, irrazionale e in grado di scaturire reazioni sproporzionate e fisiche come tachicardia, senso di soffocamento, nausea e diarrea, tremori, sudorazione. Il timore in particolare può essere dovuto ad una caratteristica specifica, alle piume, alle zampe o al becco dell’animale, dal fatto di vederlo volare e non poter controllare i suoi movimenti e di sentirsi attaccati e in pericolo. L’animale più spesso temuto è il piccione, soprattutto quando si muove in stormo.

Da cosa può dipendere?

La paura può essere la conseguenza di un qualche episodio traumatico vissuto nell’infanzia legato agli uccelli, può sopraggiungere perché abbiamo osservato negli altri (per lo più persone significative della nostra vita) una reazione di paura davanti a questo tipo di animali, o insorgere spontaneamente. Secondo la letteratura scientifica sembra esserci una certa componente ereditaria nelle fobie.

La fobia dei volatili può essere talmente forte da interferire notevolmente con la qualità di vita della persona che ne soffre. Nei casi più gravi si innesca l’evitamento delle situazioni temute e si può arrivare a non uscire più di casa per paura di incontrare i cosidetti “mostri”, che popolano indisturbati le nostre città. L’altra emozione che blocca le persone in casa e in determinate attività come fare viaggi, mangiare all’aperto, prendere il sole in spiaggia ecc, è la vergogna provata dopo aver reagito in modo assurdo e imbarazzante alla presenza, alla visione su giornali o cartelloni e anche solo al sentir parlare degli animali in questione.

Quali gli strumenti esistono per sconfiggere l’ornitofobia?

Esiste il modo per smettere di avere paura e ritornare a fare anche quelle attività abbandonate ma tanto amate. La terapia d’elezione è una psicoterapia cognitivo comportamentale di breve-media durata, volta a modificare la percezione che il soggetto ha dei volatili attraverso la desensibilizzazione.

Le tecniche adottate consistono principalmente nel provare ad affrontare gradualmente e a piccoli passi, aiutati da un esperto che funge da guida e molto spesso da accompagnatore, le situazioni che creano disagio (spazi aperti, piazze, stazioni dei treni, spiagge). Molto concretamente è necessario immergersi nella propria paura inizialmente in immaginazione e poi dal vivo, per un determinato periodo di tempo (che dovrebbe aumentare sempre più), avendo a disposizione tecniche specifiche, come imparare a rilassarsi e a respirare correttamente, per contrastare la sensazione di terrore presente nelle varie situazioni. Si parte ad esempio con l’esposizione ad una piuma o ad un filmato e poi dal vivo con e senza il terapeuta incontrando il volatile da lontano e poi sempre più da vicino.

A cura di

Giampaolo Perna, psichiatra psicoterapeuta e Camilla Giunco, psicologa psicoterapeuta.
E’ medico, psichiatra con oltre 25 anni di esperienza nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali, in particolare nei disturbi d’ansia. E’ il presidente del comitato scientifico, membro del consiglio direttivo e docente AIAMC. E’il Coordinatore Didattico dell’Area Mental Health della Humanitas University e insegna presso le Università di Miami (USA) e Maastricht (Olanda). Ha pubblicato oltre 150 articoli su riviste internazionali recensite nel JCR. E’ il Direttore del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche presso Villa San Benedetto Menni – Suore Ospedaliere ad Albese con Cassano (Como) dopo aver accumulato oltre 20 anni di esperienza presso L’Ospedale San Raffaele a Milano. Maggiori informazioni su www.giampaoloperna.com
Camilla Giunco
E’ psicologa, psicoterapeuta ad indirizzo comportamentale e cognitivo specializzata presso la Scuola di Formazione in Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva (ASIPSE), socio ordinario AIAMC. E’ consulente presso il centro per i disturbi ansioso-fobico ossessivi del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto Menni.

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