Risvolti psicologici dell’infertilità di coppia e della PMA
La ricerca ha indagato le caratteristiche di donne e uomini che intraprendono il percorso di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) e l’European Society of Human Reproduction and Embriology (ESHRE) ha tracciato le Linee Guida per gli interventi psicosociali nei casi di infertilità e nel percorso di fecondazione assistita.
Linee Guida Interventi Psicosociali
Le motivazioni che hanno spinto l’ESHRE a tracciare le Linee Guida sono:
la constatazione che le conseguenze psicosociali dell’infertilità si protraggono nel tempo;
molte coppie hanno difficoltà a gestire psicologicamente la diagnosi, la fase di trattamento e l’incertezza circa la possibilità di diventare genitori;
le coppie senza figli hanno difficoltà a gestire il desiderio di genitorialità frustrato.
Anche la qualità della relazione di coppia prima del trattamento non differisce dalla qualità del rapporto di coppia della popolazione generale.
Si stima che circa il 20% delle persone che si sottopongono alle procedure di PMA sviluppi un disagio psicologico che merita uno specifico trattamento (Boivin, et al., 1999 ; Verhaak, et al., 2010).
Le Linee Guida della ESHRE indicano che un adeguato intervento riduce lo stress (Pook and Krause, 2005), migliora la qualità della vita e il benessere (Cousineau, et al., 2008; Aarts, et al., 2012) e favorisce l’aderenza al trattamento (Pook and Krause, 2005).
Migliorare l’aderenza alle procedure di PMA influisce sulla percentuale di nascite il cui aumento si stima essere del 15% circa (Gameiro, et al., 2013).
Procedure di PMA e intervento Psicologico
Facendo riferimento alle Linee Guida internazionali indicate dalla ESHRE sono riportate le fasi della PMA in cui può essere utile il supporto psicologico:
prima dell’intervento di PMA
durante l’intervento di PMA
dopo l’intervento di PMA
PRIMA DEL TRATTAMENTO DI PMA
La diagnosi di infertilità spesso porta a un peggioramento della qualità della relazione di coppia e sottopone le donne, in particolare, a un maggiore stress.
Dopo la diagnosi di infertilità le donne sperimentano un livello più elevato di depressione e di ansia rispetto agli uomini.
Inoltre le donne meno impegnate nel lavoro o in altre attività presentano livelli di disagio maggiori rispetto alle donne più occupate.
Favorire uno stile di vita sano prima della PMA
E’ utile favorire l’adozione o il mantenimento di uno stile di vita sano, talvolta carente nelle donne che si sottopongono a PMA.
Possono infatti essere presenti disordini alimentari, consumo di alcol o fumo di sigaretta, tutti comportamenti che possono ridurre le probabilità di concepimento.
Un intervento cognitivo comportamentale volto a riconoscere e a limitare tali comportamenti può essere un’azione efficace per diminuire alcuni fattori che contribuiscono all’infertilità.
Evitare le donne incinta e le neomamme accresce ansia e stress
Spesso le donne in attesa di sottoporsi alla fecondazione assistita tendono a evitare di incontrare donne in gravidanza o, più in generale, evitano situazioni che ricordano loro la maternità.
Tali evitamenti sono associati a maggiori livelli di stress e a una peggiore relazione di coppia.
Uno stile di coping attivo, caratterizzato da una visione obiettiva delle situazioni, dal problem solving e dall’adeguata esposizione alle situazioni legate alla maternità è invece associato a minori livelli di distress in conseguenza dell’infertilità.
Le donne che hanno un atteggiamento mentale positivo e che hanno altri obiettivi di vita oltre a quello di diventare madri mostrano livelli di distress inferiori rispetto a chi ha uno stile di coping passivo (caratterizzato da rimuginio e da ritiro sociale, ad esempio).
Nella fase che precede l’intervento di PMA è opportuno che il terapeuta aiuti la donna ad adottare uno stile di coping più funzionale e a ridurre atteggiamenti di pensiero e di comportamento controproducenti.
Le procedure della psicoterapia cognitivo comportamentale, adattate alla condizione specifica, sono validi strumenti per supportare le donne che stanno per sottoporsi a un trattamento di PMA (Corsale, 2021).
DURANTE IL TRATTAMENTO
E’ stato osservato che lo stato emotivo della donna durante la procedura di PMA (FIVET o ICSI, ad esempio) è mutevole e sfaccettato.
Sono frequenti i momenti di ansia, la tristezza lo stress elevato, particolarmente dopo il prelievo ovocitario, l’embriontransfer e nell’ attesa dell’esito del test di gravidanza.
Allo stress fisico e psicologico connesso alle procedure di fecondazione assistita si somma lo stravolgimento della routine quotidiana in funzione delle procedure stesse e la difficoltà di tollerare l’incertezza che caratterizza le varie fasi della PMA e del suo esito.
Spesso le coppie sono vittime di errori cognitivi che le portano a sopravvalutare le probabilità di riuscita della PMA, tanto da avere aspettative irrealistiche circa il successo della fecondazione assistita.
Tale atteggiamento poco obiettivo espone le coppie a elevati livelli di frustrazione in caso di esito negativo.
Disturbi d’ansia e depressivi in caso di esito negativo della PMA
In caso di esito negativo della procedura, 1 donna su 4 e 1 uomo ogni 10 va incontro a un disturbo depressivo, mentre 1 donna su 7 e un 1 su 20 va incontro a un disturbo d‘ansia (ESHRE Psychology and Counselling Guideline Development Group, 2015).
Le persone che hanno una storia pregressa di disturbi psicopatologici sono più soggette a manifestare depressione, ansia o disturbi psichiatrici in relazione allo stress del trattamento.
Le manifestazioni di ansia e di depressione si verificano in particolare nelle persone in cui il desiderio di maternità è più centrale nella visione della propria vita e che hanno un’idea più drammatica di una vita senza figli (Corsale, 2021).
Per contro, la letteratura evidenzia che esprimere i propri vissuti emotivi a persone significative riduce il livello di distress della donna, anche nel caso di esito negativo del test di gravidanza successivo alla PMA (Verhaak et al., 2010).
Interruzione del trattamento di PMA
Il numero di coppie che abbandona il trattamento di PMA è compreso tra 1 ogni 12 ed 1 ogni 5, in relazione al tipo di procedura di fecondazione cui la coppia si sottopone (primo, secondo o terzo livello di PMA).
Tra i motivi che portano all’abbandono del percorso di PMA vi sono lo stress psicologico e fisico legato alle procedure stesse e lo stress di un esito negativo.
Il supporto psicologico può aiutare le coppie ad avere aspettative realistiche circa l’esito delle procedure di PMA, può favorire l’espressione delle emozioni e facilitare il riconoscimento e la modifica di eventuali pensieri disfunzionali.
Lo psicoterapeuta può inoltre aiutare la coppia ad adottare strategie di problem solving affinché i partner valutino possibili alternative, in caso di fallimento della PMA.
DOPO IL TRATTAMENTO
Consideriamo le due possibilità: Successo della PMA e nascita del bambino
La gravidanza delle donne che si sono sottoposte a PMA ha un decorso fisiologico e non differisce da quella delle donne che concepiscono in modo naturale.
Le donne che si sottopongono a PMA, tuttavia, possono avere livelli di ansia maggiori e aspettative particolarmente alte rispetto alla maternità.
Hanno spesso preoccupazioni per il decorso della gravidanza, per la salute del feto e, talvolta, aspettative erronee e atteggiamenti disfunzionali rispetto alla gravidanza stessa.
Un intervento psicologico volto alla gestione dell’ansia e all’adozione di una prospettiva adeguata circa la maternità può essere benefico per la donna anche nel post partum.
Insuccesso del trattamento e vita senza figli
A distanza di 5 anni dall’esito negativo della PMA le donne che conservano un desiderio di maternità possono sperimentare un maggiore livello di ansia, un maggiore ricorso a farmaci per dormire, fumano più spesso e più spesso hanno relazioni di coppia scadenti o vanno incontro alla separazione rispetto alle donne che diventano madri o alle donne che trovano altri obiettivi di vita.
Può essere utile un lavoro psicologico che aiuti la coppia e la donna, in particolare, a superare il dolore per il figlio mai arrivato e gli eventuali traumi vissuti. Il terapeuta potrà intervenire per migliorare la qualità del rapporto di coppia, l’accettazione e la ridefinizione degli scopi di vita.
Autrice Articolo
Articolo scritto dalla Dottoressa Beatrice Corsale.
Psicologa e Psicoterapeuta, specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Docente presso le Scuole di Specializzazione in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale affiliate all’AIAMC.
Un manuale di auto aiuto, scritto da una psicologa e psicoterapeuta, per supportare le donne che decidono di affrontare un percorso di procreazione medicalmente assistita, un percorso non facile, spesso caratterizzato da una profonda solitudine e forti emozioni negative.
Bibliografia
Aarts JW, Huppelschoten AG, van Empel IW, Boivin J, Verhaak CM, Kremer JA, Nelen WL. How patient-centred care relates to patients’ quality of life and distress: a study in 427 women experiencing infertility. Hum Reprod 2012;27: 488-495.
Boivin J, Scanlan LC, Walker SM. Why are infertile patients not using psychosocial counselling? Hum Reprod 1999;14: 1384-1391.
Corsale B. Invidia del pancione. 2021, Erickson.
Cousineau TM, Green TC, Corsini EA, Seibring AR, Showstack MT, Applegarth L, Davidson M, Perloe M. Online psychoeducational support for infertile women: a randomized controlled trial. Hum Reprod 2008;23: 554- 566.
ESHRE Psychology and Counselling Guideline Development Group. Routine psychosocial care in infertility and medically assisted reproduction – A guide for fertility staff; 2015.
Gameiro S, Verhaak CM, Kremer JA, Boivin J. Why we should talk about compliance with assisted reproductive technologies (ART): a systematic review and meta-analysis of ART compliance rates. Hum Reprod Update 2013;19: 124-135.
Pook M, Krause W. Stress reduction in male infertility patients: a randomized, controlled trial. Fertil Steril 2005;83: 68-73.
Verhaak CM, Lintsen AM, Evers AW, Braat DD. Who is at risk of emotional problems and how do you know? Screening of women going for IVF treatment. Hum Reprod 2010;25: 1234-1240.
⇒A chi rivolgersi
Il sito www.aiamc.it è il portale di riferimento italiano che raccoglie terapeuti specializzati in Terapia Cognitivo Comportamentale sul territorio italiano. Nella sezione “CERCA PSICOTERAPEUTA” è possibile sezionare la regione e la provincia di interesse e filtrare la ricerca sulla base del problema di cui si soffre.
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