Se hai mai sperimentato un Attacco di Panico, saprai che si tratta sia di una esperienza terrificante sia estenuante.
La diagnosi di Disturbo di Panico è caratterizzata dall’esperienza di attacchi di panico ricorrenti e inaspettati – ovvero di attacchi che si presentano come un fulmine a ciel sereno. I sintomi principali sono: sudorazione, tremori, respiro corto, senso di soffocamento, dolore al petto, e paura di morire.
La diagnosi di Disturbo di Panico è caratterizzata dalla sperimentazione di Attacchi di Panico ricorrenti (aspettati o inaspettati).
In questo articolo vedremo quali sono le caratteristiche salienti di questa condizione e come intervenire per gestirli.
Un attacco di panico è un’improvvisa ondata di intensa paura o disagio che raggiunge il picco in pochi minuti, durante i quali si verificano una varietà di sintomi psicologici e fisici.
Questi sintomi includono battito cardiaco accelerato, sudorazione, tremore, mancanza di respiro, vampate di calore e vertigini, nonché una sensazione di minaccia imminente, brividi, nausea, dolore addominale, dolore toracico, mal di testa e intorpidimento o formicolio.
Il Disturbo di Panico è una diagnosi caratterizzata da ricorrenti Attacchi di Panico “inattesi”, ovvero gli attacchi sembrano presentarsi come un fulmine a ciel sereno. Il termine ricorrente si riferisce al fatto che la persona interessata ha sperimentato più di un attacco di panico “inaspettato”.
In genere, gli attacchi di panico “attesi” si verificano quando c’è un segnale o un trigger evidente, come in una fobia specifica o un disturbo d’ansia generalizzato.
Gli Attacchi di Panico causano una varietà di sintomi angoscianti che possono essere terrificanti per la persona.
In alcuni casi, chi sperimenta un attacco può scambiarlo per un attacco di cuore, in altri c’è una intensa paura di morire o impazzire. Spesso è presente un senso di minaccia imminente e la paura di perdere il controllo. È inoltre possibile vivere questi episodi con estremo imbarazzo e vergogna ed evitare di condividere l’esperienza con amici, familiari e anche professionisti della salute mentale.
Sintomi degli Attacchi di Panico
Sulla base dei criteri DSM-5 del Disturbo di Panico, i sintomi caratteristici sono:
A livello fisico
Sebbene la durata vari da individuo a individuo, in genere gli attacchi di panico raggiungono il loro picco entro 10 minuti (o meno) e poi i sintomi iniziano a diminuire di intensità.
Gli Attacchi di Panico durano raramente per più di un’ora; nella maggior parte dei casi la durata varia dai 20 ai 30 minuti.
Gli Attacchi di Panico possono arrecare danni al cuore?
Secondo uno studio pubblicato su Psychology Medicine, le persone che soffrono di Attacchi di Panico e Disturbo di Panico potrebbero avere un rischio più alto di problemi cardiaci più avanti nella vita. Se da una parte il legame tra Disturbo di Panico e malattie cardiache rimane controverso, lo studio ha rilevato che gli individui che hanno sofferto di Disturbo di Panico nel corso della vita, mostravano un rischio maggiore fino al 36% di infarto e fino al 47% di malattie cardiache. È consigliabile quindi che le persone che soffrono di Attacchi di Panico, effettuino monitoraggi volti a escludere la presenza di problematiche cardiache.
Si può morire di Attacchi di Panico?
Se da una parte gli attacchi causino una varietà di problemi fisici e molte persone, soprattutto per nel caso di panico notturno, riferiscano di sentirsi come se stessero per morire quando ne sperimentano uno, non è possibile perdere la vita a causa delle crisi di panico.
Se sei incline a provare emozioni negative e hai una vulnerabilità all’ansia, potresti essere a rischio di sviluppare Attacchi di Panico e/o un Disturbo di Panico.
Anche esperienze infantili di abusi sessuali – fisici – emotivi, abitudini di vita disfunzionali (dipendenza da fumo – alcol – droghe) o fattori di stress interpersonali, lavorativi, legati a cambiamenti importanti nella vita o nella salute, durante i mesi precedenti il primo attacco, costituiscono fattori di rischio.
Inoltre, si ritiene che la genetica abbia un ruolo nella suscettibilità al disturbo di panico, sebbene non siano noti i geni esatti, i prodotti genetici o le funzioni implicate.
Si ritiene inoltre che le persone con un genitore o genitori con diagnosi di ansia, depressione o disturbo bipolare abbiano un rischio maggiore di sviluppare il disturbo di panico.
Quando i sintomi iniziano a raggiungere il picco durante un attacco, può sembrare che l’esperienza non abbia mai fine. Potresti pensare che non ci sia niente da fare se non aspettare, ma esistono alcune strategie che puoi mettere in atto per ridurre la gravità dei sintomi e distrarre la mente. Vediamo qualche esempio.
Sia la psicoterapia che i farmaci si sono dimostrati efficaci nel contribuire a ridurre la frequenza e l’intensità degli Attacchi di Panico. Il percorso di trattamento specifico dipenderà dalle preferenze personali, dall’anamnesi e dalla gravità degli attacchi.
La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) è la forma di psicoterapia più efficace per gli Attacchi di Panico e il Disturbo di Panico e viene considerata il trattamento di prima scelta grazie alle evidenze raccolte dalla ricerca scientifica.
Durante la TCC, paziente e terapeuta lavorano sull’allenamento al rilassamento, sulla ristrutturazione di pensieri e comportamenti, sulla consapevolezza, sull’esposizione alle situazioni fonte di disagio e sulla riduzione dello stress. Molte persone che soffrono di Attacchi di Panico iniziano a notare una riduzione entro poche settimane e i sintomi spesso diminuiscono in modo significativo o scompaiono completamente entro alcuni mesi.
In alcuni casi è possibile che venga consigliato di affiancare un trattamento farmacologico al percorso terapeutico. Ecco alcuni esempi dei farmaci più comunemente utilizzati nel trattamento del panico:
Inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI) come fluoxetina (Prozac), paroxetina (Paxil, Pexeva) e sertralina (Zoloft).
Inibitori della ricaptazione della serotonina e della noradrenalina (SNRI) come la venlafaxina (Effexor) sono approvati dalla FDA per il trattamento del disturbo di panico.
Possono essere prescritte anche benzodiazepine come alprazolam (Xanax) e clonazepam (Klonopin).
Molte persone usano i termini attacco d’ansia e Attacco di Panico i in modo intercambiabile, ma in realtà rappresentano due esperienze diverse.
Perché una crisi venga considerata un Attacco di Panico, devono essere presenti quattro o più dei sintomi indicati nel DSM-5 (elencati precedentemente).
Al contrario, il termine attacco d’ansia non è uno specificatore delineato nel DSM-5.
Piuttosto, l’ansia è usata per descrivere una caratteristica fondamentale di molteplici disturbi d’ansia. Il culmine dei sintomi che derivano dall’essere in uno stato di ansia – come irrequietezza, mancanza di respiro, aumento della frequenza cardiaca e difficoltà di concentrazione – può sembrare un “attacco”, ma sono generalmente meno intensi di quelli sperimentati durante il picco di un attacco di panico.
Dato che gli attacchi di ansia non sono specificatamente indicati come diagnosi nel DSM-5, l’uso della parola è aperta all’interpretazione e diversi individui possono usarla in vari modi e circostanze.
Per una persona, un attacco di ansia potrebbe consistere in uno stato di eccessiva preoccupazione rispetto a qualcosa tale da non riuscire a concentrarsi su qualcos’altro; per un’altra, l’attacco di ansia potrebbe riferirsi all’intensificarsi di sintomi come la sudorazione e la mancanza di fiato, di fronte a una determinata situazione.
Vedere un amico o una persona cara sperimentare un attacco di panico può essere un’esperienza difficile soprattutto quando ci si sente impotenti di fronte alla sofferenza altrui.
Non è possibile interrompere l’attacco nel momento in cui si manifesta, ma ci sono alcune cose che può essere utile fare durante.
In primo luogo, è importante rimanere calmi, pazienti e comprensivi. Aiutare la persona a concentrarsi sulla respirazione profonda. Ripetere che l’attacco è temporaneo e passerà. È possibile proporre di accompagnarla fuori dalla situazione per il tempo necessario a fare passare la fase più intensa dell’attacco, cercando di intraprendere una conversazione o un gioco mentale.
Una volta che l’attacco di panico è passato e la persona è tornata in uno stato di calma, sarebbe utile incoraggiarla a chiedere aiuto a un professionista della salute mentale al più presto, se non lo ha già fatto.
Il sito www.aiamc.it è il portale di riferimento italiano che raccoglie terapeuti specializzati in Terapia Cognitivo Comportamentale sul territorio italiano.
Nella sezione “CERCA PSICOTERAPEUTA” è possibile sezionare la regione e la provincia di interesse e filtrare la ricerca sulla base del problema di cui si soffre.
Letture consigliate
Articolo a cura di: Sonya SABBATINO – Istituto Watson, Torino – Centro di terapia e scuola di specializzazione ministeriale post lauream
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Enrico ROLLA– Direttore Istituto Watson, Torino – Centro di terapia e scuola di specializzazione ministeriale post lauream
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Contatti: Istituto Watson, c.so Vinzaglio 12 bis, TorinoTel.: 011 56 111 02 Email: info@iwatson.com Site: www.iwatson.com